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Refurbished: vantaggi ambientali che lo rendono sostenibile

Giovedì 22 Aprile 2021

Il refurbished, meglio conosciuto come la vendita di prodotti elettronici ricondizionati, è un settore in espansione ma non ancora sfruttato quanto si dovrebbe. In base ai dati raccolti dal Global e-waste monitor, i rifiuti elettronici raggiungeranno i 74 milioni di tonnellate nel 2030. Sembra un dato inverosimile? No, non se si pensa che i rifiuti elettronici del 2019 sono ammontati a 53,6 milioni di tonnellate. I rifiuti crescono sempre più, perché cresce l'utilizzo dei dispositivi stessi. Secondo i dati Istat, nel 2020 il 97,5% delle imprese con all'attivo almeno 10 addetti ha utilizzato connessioni a banda fissa o mobile. È aumentata anche la quota di addetti che utilizzano computer e connessione Internet per lavorare, dal 49,9% del 2019 si è passati al 53,2% nel 2020. Oggi tutti utilizzano dispositivi elettronici, dai privati alle micro imprese fino alle grandi imprese. Sono proprio queste ultime che possono fare la differenza nel campo del refurbished.

refurbished

Il refurbished per l'economia sostenibile

I dispositivi ricondizionati non sono altro che prodotti restituiti in precedenza alla casa produttrice o a un venditore per motivi svariati, dall'usura al malfunzionamento, i quali vengono successivamente privati dei difetti e rivenduti sul mercato. Questa attività rientra nel più ampio campo dell'economia sostenibile perché regala una seconda vita agli oggetti, riducendo notevolmente la produzione di rifiuti.

Gli elettrodomestici e altre apparecchiature elettroniche che cessano il loro ciclo di vita diventano cosiddetti RAEE, rifiuti che necessitano di essere smaltiti secondo una normativa specifica per ridurre il loro impatto ambientale. Dal 2014 è infatti in vigore la Responsabilità estesa del produttore per quanto riguarda i rifiuti RAEE con oneri a carico di produttori e distributori che riguardano le corrette pratiche di raccolta differenziata, recupero, trattamento e smaltimento. L'EPR è probabilmente il principale driver di sviluppo del refurbished.

A proposito di diritto alla riparazione, diritto all'aggiornamento, accesso ai pezzi di ricambio e lotta contro l'obsolescenza programmata se ne parla esplicitamente nel D. Lgs. 116/2020 che modifica il D. Lgs. 152/2006. L'articolo 180 del D. Lgs. 152/2006 aggiornato che regolamenta la produzione dei rifiuti, reca una disposizione vincolante per il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio, il quale è obbligato ad adottare un Programma Nazionale di Prevenzione Rifiuti con misure ad hoc che, tra le altre cose:

  • Incoraggiano la progettazione, la fabbricazione e l'uso di prodotti efficienti sotto il profilo delle risorse, durevoli, anche in termini di durata di vita e di assenza di obsolescenza programmata, scomponibili, riparabili, riutilizzabili e aggiornabili nonché l'utilizzo di materiali ottenuti dai rifiuti nella loro produzione; 
  • Incoraggiano il riutilizzo di prodotti e la creazione di sistemi che promuovono attività di riparazione e di riutilizzo, in particolare per le apparecchiature elettriche ed elettroniche, i tessili e i mobili, nonché imballaggi e materiali e prodotti da costruzione.

In questo contesto si aggiungono le esigenze future delle medie e grandi aziende, le quali traineranno sempre più il mercato del refurbished. Dati i numeri visti all'inizio, saranno sempre di più le aziende che necessitano di innovarsi, considerando che l'evoluzione tecnologia è sempre più veloce e richiede costantemente strumenti aggiornati. Investire in dispositivi ricondizionati permette di contenere i costi senza rinunciare alle prestazioni.

 



Vantaggi ambientali per acquirenti e venditori

La produzione di dispositivi nuovi richiede un grande sfruttamento di materie prime e un'emissione importante di anidride carbonica nell'atmosfera. Ecco quali sono i vantaggi del refurbished:

  • Riduzione dell'impatto della produzione: la creazione di dispositivi nuovi richiede grandi quantità di materie prime, energie e lavoro notevoli che riguardano il processo dall'assemblaggio fino alla spedizione finale tramite i corrieri;
  • Anidride carbonica e tossine notevolmente ridotte: durante la produzione di un computer nuovo vengono emessi nell'atmosfera 1.015 chilogrammi di CO2 e durante lo smaltimento dei rifiuti vengono prodotte altre sostanze tossiche come piombo e cromo, le quali contaminano l'ambiente;
  • Riduzione della richiesta di materie prime: se non vengono prodotti oggetti nuovi, di conseguenza anche la richiesta di materie prime cala preservando l'ambiente;
  • Minor produzione di rifiuti: nel momento in cui sono ammassati nelle discariche, i rifiuti rilasciano sostanze cancerogene per l'ambiente ed è quindi meglio riutilizzare i dispositivi piuttosto che gettarli via precocemente.

Rispetto all'impatto ambientale, il fulcro del tema del refurbished si focalizza sulla differenza tra gli effetti del riutilizzo e quelli del riciclo. Nel caso del riciclo, la procedura per creare un nuovo prodotto consuma energia; diversamente, il riutilizzo non prevede la creazione di un oggetto nuovo riducendo notevolmente gli sprechi e l'inquinamento.

I vantaggi del refurbished sono notevoli per gli acquirenti perché comprano a un prezzo inferiore un dispositivo ancora in perfette condizioni e riducono la produzione di rifiuti, ma anche per i produttori e venditori i quali impiegano un minor numero di risorse e di energia, contribuendo all'economia circolare e preservando la salute ambientale. Il futuro del refurbished dipenderà di gran lunga dalla disponibilità delle case produttrici e dei venditori di proporre il ricondizionamento dei dispositivi e dall'intelligenza delle aziende di sfruttare questa grande opportunità economica e ambientale.

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