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Articoli ricondizionati: come funziona questo mercato

Mercoledì 17 Ottobre 2018

Sono sempre più richiesti e il loro successo è in continuo aumento. Sono ricercati dagli esperti del settore, e sono diventati indispensabili per chi non può fare a meno di avere tra le mani l’ultimo modello in circolazione (senza spendere una fortuna). Di cosa stiamo parlando? Degli articoli ricondizionati. Vengono chiamati anche rigenerati o rinnovati, dall’inglese “refurbished”, e si tratta di oggetti che dopo un intervento di riparazione vengono riproposti ad un prezzo inferiore. Parliamo dunque di un ibrido tra il nuovo e l'usato. All’estero la vendita di questo genere di prodotti è già molto affermata, mentre in Italia sono ancora in pochi a conoscerla e a trarne vantaggio.  

articoli-ricondizionati

Per capire cosa sono i prodotti ricondizionati partiamo dalla base, ovvero, il concetto stesso di ricondizionamento: è quel processo di riparazione e manutenzione di un oggetto hi-tech, come uno smartphone o un computer, che coinvolge sia la parte estetica sia quella meccanica.

Gli articoli elettronici che rientrano in questa categoria, quindi, sono quelli che gli acquirenti restituiscono per un difetto, come il graffio sullo schermo o un errore di funzionamento, e che in seguito vengono controllati e aggiustati dal produttore, per poi essere testati, reimballati e coperti da garanzia. Spesso tra questi prodotti si trovano anche quelli acquistati online e restituiti per il diritto di ripensamento (la normativa e-commerce prevede infatti un diritto di recesso di 15 giorni dall’acquisto, senza la necessità di indicare il motivo della restituzione).

La merce in questione viene poi rimessa sul mercato in ottime condizioni, perfettamente funzionante ma ad un prezzo di vendita inferiore rispetto a quello di un prodotto nuovo. Il vantaggio, in termini economici, è notevole: al momento dell’acquisto di un articolo ricondizionato si può risparmiare dal 30% al 50%.

 

Da dove nasce il mercato dei ricondizionati?


Questo mercato nasce principalmente per l’esigenza di recuperare componenti ancora utilizzabili e per dare qualche opportunità in più a quei prodotti che spesso hanno prezzi alti, un compromesso accolto con grande soddisfazione da tutti coloro che prediligono un risparmio sul costo ma non sulla qualità.

Il settore dei ricondizionati sta crescendo anche come effetto dell'incremento del mercato online, che prevede la possibilità di restituire un prodotto e che dopo il reso è impossibile vendere come nuovo. Tendenzialmente il refurbished veniva venduto nei paesi emergenti (Marocco, Egitto) ed è solo negli ultimi anni che viene proposto in Italia, soprattutto attraverso portali online ma anche in negozi specializzati.

Un altro impulso al refurbished lo dà la normativa uno contro uno che obbliga i negozi al dettaglio di apparecchiature elettriche al ritiro dell’usato, anche se non funzionante. Inoltre sono in fase di definizione legislativa delle normative che permettono, dopo una fase di preparazione al riutilizzo, di immettere sul mercato degli oggetti che erano considerati "rifiuti". È un’evoluzione legislativa dettata dall'Europa che l'Italia sta recependo.

 

Articoli ricondizionati: nuovo o usato?


La domanda che sorge spontanea è: ma un prodotto ricondizionato è nuovo o usato? Prima di rispondere a questa domanda, è necessario premettere che non esiste ancora una definizione ufficiale o legale per la parola commerciale “ricondizionato”. Quello che bisogna sapere è che quando si trova qualcosa in vendita con questa etichetta potrebbe essere una di queste cose:

  • un oggetto nuovo che è stato acquistato e subito dopo restituito a causa di un difetto, poi risolto dal dal produttore e rivenduto
  • un oggetto nuovo che si è danneggiato nel trasporto ed è stato riparato
  • un oggetto nuovo che è stato acquistato e restituito per il diritto di recesso
  • un oggetto usato che è stato restituito in garanzia al produttore, a causa di qualche problema
  • un oggetto usato che è stato venduto come usato a un venditore o un negozio il quale poi l’ha restaurato esteticamente, rinnovato ed anche riconfezionato.


È difficile riuscire a risalire al motivo per cui un oggetto è stato ricondizionato, quindi tutto sta nell’affidabilità del venditore e, soprattutto, nella presenza di una garanzia sul prodotto. Gli articoli ricondizionati godono del diritto di recesso e sono sempre coperti da garanzia, in quanto vengono considerati come fossero prodotti nuovi. A differenza del nuovo però, dove gli acquisti del consumatore sono tutelati con una garanzia obbligatoria di due anni, nel caso dei prodotti ricondizionati ogni venditore stabilisce a sua discrezione le condizioni e la durata della garanzia (che per il codice di consumo non può essere inferiore ad un anno), è quindi molto importante controllare le condizioni di vendita prima di effettuare l’acquisto di un prodotto di questo tipo.

Tornando alla fatidica domanda: “un prodotto ricondizionato è nuovo o usato?”, possiamo dire con certezza che non si tratta né di nuovo né di usato. Un prodotto ricondizionato ha caratteristiche di entrambe le categorie, con un mercato proprio in continua espansione.

 



Come funziona il ricondizionamento


Dopo essere stato restituito dall’acquirente, il produttore del device lo sottopone a complicati quanto precisi controlli, test e procedimenti che ne comproveranno la corretta funzione di hardware e software, e ne osserverà tutte le componenti esteriori.

Solamente a questo punto inizierà il vero e proprio processo di ricondizionamento che, solitamente si divide in cinque fasi.

  1. Ripristino e correzione di tutte le funzioni principali e dei processori, controllo delle funzioni di: accensione/spegnimento, corretta efficienza di display, touchscreen e tastiera, controllo del livello di qualità del volume, delle suonerie e dell'audio, prestazioni della batteria nelle operazioni di carica.

  2. Controllo dell'estetica e ripristino o cambio di parti graffiate o eventualmente danneggiate. Sostituzione dei pezzi rotti come cover, scocche, display, connettori o altro.

  3. Valutazione del funzionamento e ripristino di parti accessorie. Batteria e caricabatteria saranno riparati o sostituiti per garantire perfette prestazioni sia di carica che di durata del telefono.

  4. Reset di tutte le funzioni per ottenere un ripristino totale allo stato di fabbrica.

  5. Dopo il totale restyling, il device verrà sottoposto ad un processo di igienizzazione totale al fine di sanificare tutte le componenti che non hanno necessitato di sostituzione.


Dopo aver passato queste cinque fasi, il dispositivo elettronico viene sottoposto ad un ultimo test che ne valuterà la qualità generale ed il perfetto funzionamento di ogni sua parte. A questo punto verrà confezionato insieme ai suoi accessori per essere immesso, nuovamente, sul mercato.

 

Le potenzialità del ricondizionamento


Il mercato dei ricondizionati è in continua evoluzione viste le incredibili potenzialità e l’alta convenienza dei suoi prodotti. Secondo Deloitte, colosso mondiale dei servizi professionali, lo scorso anno questo mercato ha sfiorato un valore di 17 miliardi di dollari a livello globale e di 120 milioni di apparecchi rigenerati.

Questi numeri hanno colto fin da subito l’attenzione di grandi aziende che hanno deciso di realizzare una sezione interamente dedicata ai loro prodotti “refurbished”: stiamo parlando di marchi come Apple, Toshiba, Asus e HP che mettono a disposizione dei loro clienti prodotti rigenerati a prezzi scontati sottoposti ad un rigoroso processo di ricondizionamento direttamente dalla casa produttrice.

Il successo del ricondizionamento ha portato anche alla nascita di Back Market, il primo marketplace dedicato ai prodotti ricondizionati, dove si può trovare di tutto, dagli smartphone ai frigoriferi. In pochi anni questa piattaforma ha raccolto 40 mila clienti in Francia, Spagna, Germania, Belgio e Italia, e oggi lavora con 50 aziende ricondizionatrici. Il sito prevede la formula “soddisfatti o rimborsati”. Ogni prodotto è stato rimesso a nuovo in fabbrica, ripristinando le impostazioni iniziali per garantire ai nuovi proprietari dei dispositivi prestazioni equiparabili a quelle di un bene di prima mano.

Anche in Italia si muovono i primi passi nel mercato dei ricondizionati: a Torino è nato Ri-generation, progetto di economia circolare che crea lavoro grazie al recupero dei Raee. Si tratta del primo negozio nel nostro Paese che dà nuova vita agli elettrodomestici destinati alla rottamazione, progetto sviluppato dalla collaborazione tra Astelav, azienda con esperienza pluriennale nei ricambi per elettrodomestici, e il Sermig, il Servizio missionario giovani fondato da Ernesto Olivero nel 1964.

“Il pubblico sta reagendo bene e la risonanza è superiore alle nostre aspettative. C’è chi sposa l’idea in quanto parte di un progetto sostenibile ed etico e c’è chi, sia tra le fasce meno abbienti sia tra i residenti temporanei per motivi di lavoro o di studio, presta maggiore attenzione al prezzo”, racconta Ernesto Bertolino, amministratore delegato di Astelav.




 

Un piano per la diminuzione dell’impatto ambientale


In Europa ogni anno milioni di tonnellate di elettrodomestici diventano spazzatura. Sono i cosiddetti Raee: rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici. L’Unione Europea calcola che entro il 2020 dovrà fare i conti con 12 milioni di tonnellate tra frigoriferi, lavatrici, televisori, cellulari, computer e neon sbattuti fuori di casa. E questo è un problema serio per l’ambiente, dato che questi scarti spesso contengono materiali tossici molto pericolosi. Eppure, per chi sa guardare oltre le apparenze, i Raee sono anche una risorsa, perché per funzionare contengono dosi di terre rare, elementi che, come dice il nome, sono difficili da trovare in natura e potrebbero esaurirsi.

Cellulari, tablet e computer, ad esempio, sono miniere di metalli e rappresentano un boccone ghiotto per la filiera del riciclo. E-Waste Lab e il Politecnico di Milano hanno calcolato che in uno smartphone ci sono, tra gli altri elementi, 9 grammi di ferro, 250 milligrammi d’argento e 24 di oro, un grammo di terre rare, per un valore commerciale di 195 milioni di euro calcolati su 35 milioni di cellulari venduti nel 2014 in Italia. E dato che, numeri Deloitte, solo il 28% degli italiani dichiara di cambiare cellulare per necessità, mentre la maggioranza fa shopping per questioni di gusto, nelle nostre case almeno 120 milioni di smartphone fanno la polvere, ormai inutilizzati. Potenziali rifiuti, potenziali miniere inermi.

Non stupisce affatto, quindi, che il mercato degli articoli rigenerati abbia avuto un grande sviluppo in poco tempo, e che riciclare i Raee sia diventato un vero affare ma soprattutto un preciso piano per la diminuzione dell’impatto ambientale. Un device ricondizionato infatti ha un impatto ambientale minore rispetto a un prodotto nuovo: per la produzione di uno smartphone vengono emessi circa 94 chilogrammi di CO2 dei quali l’88% sono direttamente correlati ai cicli produttivi e al trasporto del dispositivo.



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