Millennials e second hand: i giovani amano l'ambiente
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Millennials e second hand: i giovani amano l'ambiente

Domenica 20 Settembre 2020
Eleonora Truzzi

Quella del second hand non è una nicchia riservata agli appassionati dei mercatini della domenica e dei marketplace di compravendita. Non più. Oggi il comportamento dei consumatori è cambiato, soprattutto per Millennials e Generazione Z.

Secondo quanto stabilito nell'Osservatorio Second Hand Economy eseguito da BVA Doxa, il mercato dell'usato vale 24 miliardi di euro, corrispondenti all'1,3% del PIL dell'interna nazione. Il settore online ha generato da solo un guadagno di 10,5 miliardi di euro e, tra i principali amanti del mondo digitale, troviamo proprio i Millennials (chi è nato negli anni '80 e '90) e la Generazione Z (chi è nato tra la seconda metà degli anni '90 e il 2010).

Già nel corso del 2019 era stato registrato un incremento dell'interesse dei giovani per il tema della sostenibilità, ma questa attenzione ha raggiunto l'apice in seguito al periodo di emergenza sanitaria che ha coinvolto il mondo nel corso del 2020.

L'emergenza mondiale ha portato l'attenzione di ogni singola persona sulla propria salute e su quella ambientale. Un grande scossone è stato dato ai giovanissimi, che hanno iniziato a preoccuparsi per il proprio futuro modificando in positivo il loro comportamento.

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L'orientamento dei Millennials nei confronti del mercato second hand

Secondo quanto attestato dalle ricerche di thredUP, nel 2019 il 30% dei Millennials ha acquistato usato, contro un 21% del 2016. Ancora più interessante è il dato di crescita della Generazione Z. Addirittura un 40% ha acquistato second hand rispetto al 26% registrato nel 2016.

Millennials e Generazione Z stanno dando priorità al second hand e questo avviene perché per loro non vale lo stigma che accompagnava gli oggetti usati in passato. L'80% ha dichiarato che l'acquisto di abbigliamento ed accessori non è stigmatizzato, ossia non sentono di acquistare prodotti sporchi o utilizzati da altri in precedenza.

I giovanissimi si concentrano sull'acquisto di usato partendo da un budget ben definito. Millennials e Generazione Z raramente possono disporre di fondi infiniti per i propri acquisti, e questo fattore li porta a tenere sempre sott'occhio il prezzo, cercando il maggior vantaggio economico senza rinunciare alla qualità.

Ma il budget non è l'unico elemento a favore della scelta di prodotti usati. Un altro importante fattore, quello che sta crescendo sempre di più, è costituito dall'eco-consapevolezza.

Non solo i Millennials acquistano second hand, ma il 77% di loro predilige acquistare da marchi che manifestano attenzione verso l'ambiente utilizzando materiali biodegradabili o incentivando il riciclo di ciò che non viene più utilizzato. Esempi di questo trend sono i brand Patagonia e Allbirds.

Un prodotto che viene rivenduto dopo essere già stato utilizzato vede la sua vita allungarsi di almeno altri 2 anni. Non produrre nuovi prodotti significa ridurre le immissioni di anidride carbonica nell'atmosfera del 73%. I Millennials e la Generazione Z sono molto attenti al cambiamento climatico e ai fattori che lo accelerano, ragion per cui chiedono ai brand la medesima attenzione.

I Millennials sono così attenti al prezzo anche perché rappresentano una delle categorie più propense ad acquistare capi di moda, in particolare 2,5 volte in più rispetto a tutte le altre fasce d'età. Lo scarso utilizzo di un capo e il continuo acquisto di prodotti nuovi rappresenterebbe un potenziale problema a livello ambientale, ecco perché i giovani prediligono scelte consapevoli. Vogliono essere alla moda, ma non per questo rinunciare alla salvaguardia ambientale.




Cosa sta favorendo questo cambio di comportamento?

Il cambio di rotta dei giovani è dovuto da diversi fattori, primo dei quali il fatto che l'industria della moda sia la seconda più inquinante dopo quella petrolifera. Questo fattore è dovuto specialmente all'ampliarsi della fast fashion venduta a basso prezzo.

Ecco allora che la collettività ha incrementato la propria consapevolezza scegliendo non di far parte di questo circolo vizioso, ma di allungare la vita dei capi d'abbigliamento (e di altri prodotti in generale) favorendo l'economia circolare.

I prodotti rimangono in commercio più a lungo prima di diventare rifiuti e di essere sostituiti da articoli nuovi. Questa tendenza è favorita anche dal fatto che i capi di seconda mano possiedono una qualità nettamente superiore rispetto alla fast fashion, essendo spesso articoli prodotti da case di alta moda.

I Millennials e la Generazione Z si trovano in quella fascia d'età in cui si è alla ricerca della propria identità, si vuole apparire unici soprattutto in una società che ci vuole etichettare. Unitamente a questo fattore connaturato allo sviluppo umano, si è aggiunta l'influenza dei social media. I ragazzi curano sempre di più i propri profili, si scattano foto, cercano di aumentare i followers e questo richiede outfit sempre diversi. Chi necessita di acquistare molti capi all'anno sta attento al prezzo e, come accade sempre più di frequente, sceglie di reinventare un capo appartenuto a qualcun altro.

Stanno nascendo sempre più blogger su Instagram che suggeriscono ai ragazzi e alle ragazze come riutilizzare i capi dei genitori dandogli un tocco fresco ed innovativo. Fa bene all'ambiente e fa bene alla loro autostima.

In più, non va dimenticato il fattore nostalgico. Chi arriva verso i 30 anni d'età spesso ricorda i passati anni '90 in cui le mode erano completamente diverse, così come i miti. Ecco allora che marchi vintage relativi all'infanzia sono in grado di risvegliare la parte emotiva delle persone, che va oltre la gratificazione esteriore.

Infine, l'arrivo del COVID-19 ha trascinato molte persone nell'incertezza economica e 4 persone su 5 hanno affermato di essere disposte ad acquistare second hand nel momento in cui i soldi scarseggiano.

Durante il periodo pandemico, data anche la chiusura delle attività commerciali, molte persone si sono dedicate ad hobby tra le mura domestiche come il giardinaggio o il cucito. L'88% dei consumatori, afferma threadUP, ha adottato un'attitudine più parsimoniosa che non intende abbandonare anche dopo che l'emergenza sarà rientrata.

Millennials e second hand: il trait d'union è il digitale

Secondo la ricerca condotta da BVA Doxa le giovani famiglie, che comprendono individui dai 35 ai 44 anni, sono quelle più attive nella second hand economy. Rappresentano infatti il 75% e il 47% preferisce il canale online per la vendita e l'acquisto di prodotti usati.

Soprattutto la Generazione Z, nativa digitale, costituisce la più grande fetta di utilizzatori. L'83% ricorre all'online per vendere, mentre il 72% per acquistare.

Sono sempre di più le aziende che creano piattaforme online per favorire la compravendita di second hand. Non solo il rinomato eBay, ma anche piattaforme come Vintag o threadUP. Per rendere ancora più intuitivi e veloci gli acquisti da parte degli utenti, queste aziende hanno creato anche delle app per migliorare sempre di più il servizio.

Gli acquisti online permettono di tenere maggiormente sotto controllo le proprie spese, motivo per cui questo sistema viene prediletto dalle giovani famiglie che devono controllare costantemente i costi mensili.

Sempre secondo threadUP, la compravendita online pare raggiungerà fino ai 51 miliardi di dollari entro il 2023.



L'identikit degli acquirenti e i loro acquisti

Nella sezione Second Hand Effect, Subito.it ha stilato una lista dei principali acquirenti di second hand che rispecchiano le seguenti categorie e prodotti acquistati:

Secondo il 71% degli intervistati da BVA Doxa, la second hand economy è destinata a crescere ancora nei prossimi cinque anni. Come mai? Perché per il 48% degli intervistati è una scelta green, per il 47% è un metodo intelligente per risparmiare e il 30% pensa che sia un consumo accessibile ad una fetta maggiore di popolazione.

Millennials e second hand ci fanno ben sperare su un futuro positivo per la salute ambientale grazie ad un consumo consapevole e responsabile. I giovani vogliono essere parte della soluzione, e non del problema.

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