L'impatto del Covid-19 sul settore dell'usato
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L'impatto del Covid-19 sul settore dell'usato

Venerdì 22 Maggio 2020
Eleonora Truzzi

Molti imprenditori sono stati messi a dura prova dall'impatto del Covid-19 e dalle misure stabilite a livello nazionale per contrastarne la diffusione. Alessandro Giuliani, direttore generale di Leotron, ci parla delle conseguenze di questo particolare periodo storico e di ciò che si prospetta per il mercato del second hand in un futuro prossimo. Essendo costantemente a contatto con gli imprenditori che operano nel riuso, Alessandro ha toccato con mano i problemi ma anche le opportunità che questo drammatico evento ha portato con sé.

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1. Cosa dobbiamo aspettarci una volta passata l'emergenza?

Questa emergenza ha aumentato il grado di consapevolezza delle persone e questo sicuramente agevolerà il mondo dell'usato. Siamo tutti abituati a considerare il nuovo come l'unica opzione e un po' di consapevolezza in più ci aiuterà a valutare l'economia second hand come assolutamente vantaggiosa e conveniente. All'emergenza seguirà un periodo di ripresa dove il mercato sarà inizialmente incostante per stabilizzarsi nel giro di qualche mese.

2. Chi avrà meno problemi, secondo te?

Qualsiasi tipo di opportunità parte sempre da una situazione di crisi e queste opportunità le coglieranno coloro che, in questo periodo di fermo forzato, hanno saputo investire su loro stessi, puntando alla formazione e alla riorganizzazione dei loro business. Proprio oggi ho seguito su Facebook un video per la riapertura di un negozio Mercatopoli che risultava essere completamente trasformato e migliorato. L'imprenditore, in questo caso, ha colto una grande opportunità e si troverà estremamente avvantaggiato nei confronti di chi non ha fatto nulla.

3. Alcuni negozi non riapriranno?

Purtroppo alcuni negozi non riapriranno oppure proveranno ad aprire per chiudere definitivamente nel giro di qualche mese. Le crisi sono purtroppo fisiologiche e sono sempre i più deboli che non ce la fanno, ovvero i negozi più piccoli e meno strutturati.

4. Chi riaprirà che situazione dovrà affrontare?

Sicuramente sarà una situazione molto delicata in quanto dovranno essere messe al primo posto le misure anti contagio che sono indubbiamente dispendiose e impegnative. I negozi dell'usato dovranno fare i conti soprattutto con la paura che avranno le persone, molto spesso montata dall'impatto mediatico che è solito svalorizzare l'usato e ostacolare gli imprenditori di questo settore.




5. Prevedi che nasceranno nuovi format per adattarsi alla società post virus?

Sicuramente i due ambiti di crescita saranno relativi al delivery e all'e-commerce. Molte persone hanno scoperto la comodità di ricevere le cose al proprio domicilio e quello di ordinare online. I negozi dovranno quindi adattarsi e adottare in fretta degli strumenti tecnologici adeguati. Anche in questo caso saranno avvantaggiati i negozi più strutturati e quelli organizzati in network o in franchising.

6. Nel frattempo cosa stanno facendo gli imprenditori dell'usato?

Gli imprenditori più illuminati hanno investito il loro tempo per stare vicino ai loro clienti, organizzando ad esempio delle dirette video periodiche o altre modalità di comunicazione per rimanere sempre nella mente dei loro clienti. Ora che stanno riaprendo i negozi avranno l'arduo compito di recuperare il fatturato perduto. Chi ha investito sul rapporto con i clienti, sulla propria formazione e sulla propria organizzazione partirà avvantaggiato.

7. Dovranno cambiare anche le strategie di comunicazione?

In questo momento la comunicazione dovrebbe rassicurare i clienti per farli tornare al più presto in negozio. In futuro la comunicazione dovrà incentrarsi sui valori di queste attività, la trasparenza in primis, perché i consumatori chiederanno sempre di più di giocare un ruolo attivo nella partita della sostenibilità e di immedesimarsi nei valori di un'azienda, piccola o grande che possa essere.

8. Esiste un modo per sfruttare questa situazione a proprio vantaggio?

Il modo modo per sfruttare questa situazione a proprio vantaggio è quello di partire da sé stessi, dai propri valori e dal proprio perchè, investendo nella propria crescita sia a livello formativo che organizzativo.




9. Quali potrebbero essere le strategie economiche per risollevarsi dalla situazione di stallo?

Penso che la strategia più efficace sia quella di aderire ad un franchising o ad un network in modo da entrare in un meccanismo di economia di scala. In questo modo si potrà ad esempio massimizzare la propria presenza sul web o sui social, sfruttando un marchio conosciuto e acquisendo strumenti per l'acquisizione più o meno automatica di nuovi clienti. Parallelamente sarà necessario pensare a delle modalità di fidelizzazione più efficaci in modo che i clienti si indirizzino più spesso al second hand, invece che al negozio tradizionale.

10. Quali saranno, secondo te, i trend che influenzeranno il settore del riuso nel futuro?

Un trend importante sarà quello generato dalla rivisitazione di mobili ed oggettistica in modo da renderli più adatti allo stile attuale e andrà di pari passo con la valorizzazione degli artigiani e dei maestri d'arte, professioni importanti che si sono un po' perdute nel tempo.

11. Che messaggio vorresti lanciare al settore dell'usato in conto terzi?

Gli imprenditori del conto terzi devono traghettare questo mondo dal consumismo alla sostenibilità. L'attività di un imprenditore di questo tipo è l'unica che garantisce un modello di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, caratteristiche delle quali dobbiamo essere consapevoli e che è giusto valorizzare.

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